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APPARATO DIGERENTE

Introduzione digestione L’uomo ha bisogno di nutrirsi per:
  • Crescere.
  • Sostituire le cellule che si rompono.
  • Riprendere l’energia che i vari organi usano.
Il primo passo si chiama alimentazione : è quando mangiamo il cibo. Il cibo non può essere usato subito dal corpo. Deve essere trasformato. Questo processo si chiama digestione La digestione avviene nell’ apparato digerente Durante questo processo, organi speciali (glandole) rilasciano sostanze chimiche. Queste sostanze aiutano a spezzare il cibo in pezzi più piccoli. La digestione è quindi un processo che semplifica il cibo fino a renderlo assorbibile dal corpo. L’apparato digerente è come un lungo tubo che va dalla bocca all’ano. È formato da diversi tratti. Ognuno ha una forma, una lunghezza e una funzione diversa. I tratti principali
  • Bocca: è l’ingresso del cibo. È chiusa dalle labbra davanti e collegata alla faringe dietro.
  • Faringe: punto di incontro tra cibo e aria. Il cibo passa nell’esofago, l’aria nei polmoni.
  • Esofago: tubo che collega la faringe allo stomaco.
  • Stomaco: parte più larga del tubo. Ha una forma simile a una cornamusa. Cambia a seconda della persona.
  • Intestino: segue lo stomaco. È diviso in due parti: tenue e crasso.
L’intestino tenue È lungo circa 6 metri e 80 centimetri. Ha tre parti:
  • Duodeno: qui arrivano i succhi del fegato e del pancreas. Aiutano a digerire il cibo.
  • Digiuno
  • Ileo: ultima parte del tenue. Si collega all’intestino crasso.
L’intestino crasso È lungo circa 1 metro e 80 centimetri. Ha queste parti:
  • Cieco: inizio del crasso. L’ileo si collega qui con una valvola: la valvola ileo-cecale.
  • Colon ascendente: sale sul lato destro dell’addome.
  • Colon trasverso: va da destra a sinistra, sotto il fegato.
  • Colon discendente: scende sul lato sinistro.
  • Retto: ultima parte. Le feci si accumulano qui.
  • Sfintere anale: muscolo che apre e chiude l’ano. Permette l’espulsione delle feci.
La superficie interna dell’intestino All’interno, l’intestino ha una mucosa speciale. Nel tenue ci sono:
  • Valvole conniventi: pieghe della mucosa. Aumentano la superficie.
  • Villi intestinali: piccole sporgenze. Assorbono i nutrienti del cibo.
Sono come minuscoli peli che catturano zuccheri, proteine e grassi digeriti. Funzione dell’intestino crasso L’intestino crasso digerisce poco. Ma ha un ruolo importante grazie ai batteri che vive dentro di esso (la flora intestinale). Questi microrganismi:
  • Aiutano a produrre alcune vitamine (come la vitamina K).
  • Digeriscono alcune parti del cibo che il resto dell’intestino non può elaborare.
Anche se sono utili, troppi batteri o batteri sbagliati possono causare malattie. Per questo, dal punto di vista medico, l’intestino crasso è più studiato per le malattie che per il suo normale funzionamento. Le feci Le feci non sono solo avanzi di cibo. Sono formate da:
  • Residui non digeriti del cibo (es. fibre).
  • Materiale proveniente dall’apparato digerente (come cellule morte e muco).
  • Miliardi di batteri intestinali morti.
Le feci vengono espulse all’esterno attraverso l’ano, controllato dal muscolo dello sfintere anale. MASTICAZIONE E DEGLUTIZIONE
Fase 1: Masticazione e deglutizione. Il cibo viene spezzettato dai denti e mandato nello stomaco.

1. Masticazione e deglutizione

Il cibo viene spezzettato dai denti e mandato nello stomaco attraverso l’esofago. Poi il cibo arriva nello stomaco, dove viene mescolato con i succhi gastrici per diventare una massa semiliquida.
La masticazione La masticazione è il primo passo della digestione. I denti tagliano, spezzano e schiacciano il cibo. La lingua e le guance muovono il cibo nella bocca. Così si mescola con la saliva. Questo processo crea una pallina morbida chiamata bolo alimentare. Il bolo è più facile da deglutire. I movimenti della mascella sono controllati dal cervello. In particolare da aree nel bulbo e nella corteccia temporale. I muscoli coinvolti sono:
  • Masseteri
  • Temporali
  • Pterigoidei (interno ed esterno)
  • Muscoli abbassatori della mandibola
Gli enzimi: i piccoli aiutanti della digestione Gli enzimi sono sostanze che aiutano a trasformare il cibo. Sono come catalizzatori: accelerano le reazioni chimiche senza cambiare loro stessi. Ogni enzima lavora su un solo tipo di cibo. Esempi:
  • La pepsina digerisce le proteine, non i grassi né gli zuccheri.
  • Il caglio fa solidificare la caseina del latte.
  • La maltasi spezza il maltosio, ma non il saccarosio.
Gli enzimi si possono rompere con il calore o con sostanze tossiche. Ma se usati bene, durano a lungo. Già nel 1700, lo scienziato Lazzaro Spallanzani capì che i succhi dello stomaco (con gli enzimi) trasformano il cibo. Le ghiandole salivari e la saliva Tre coppie di ghiandole producono la saliva:
  • Parotidi
  • Sottolinguali
  • Sottomascellari
Cosa contiene la saliva? La saliva è fatta per lo più di acqua (98,7%). Ha anche sostanze organiche e inorganiche. Sostanze inorganiche:
  • Cloruri: aiutano l’enzima amilasi a lavorare.
  • Bicarbonati e fosfati: mantengono il pH della saliva vicino al neutro. Questo è importante perché gli enzimi funzionano meglio in questo ambiente.
Sostanze organiche:
  • Mucina: rende la saliva vischiosa. Aiuta a lubrificare il cibo e l’interno della bocca.
  • Enzimi: il più importante è la ptialina.
La ptialina La ptialina attacca l’amido presente nel cibo. Lo spezza in piccole parti chiamate destrine e maltosio. Funziona meglio quando:
  • L’amido è cotto (es. pasta, patate).
  • Il pH è neutro (come nella bocca).
Nello stomaco, l’acido cloridrico ferma l’azione della ptialina. Quindi il suo lavoro finisce lì. A cosa serve la saliva?
  • Aiuta a masticare meglio.
  • Favorisce la formazione del bolo alimentare.
  • Rende più facile la deglutizione.
  • La mucina lubrifica il cibo e protegge l’esofago.
  • Aiuta il senso del gusto.
  • Protegge i denti dal deterioramento.
  • Regola il ricambio d’acqua nel corpo: la sete è un segnale importante.
Come si produce la saliva? La saliva si produce sempre, ma in quantità diverse. Si produce di più quando:
  • C’è cibo in bocca.
  • Il cibo è secco o ha un sapore forte.
  • Si vede, si annusa o si pensa al cibo (anche solo ricordarlo).
Il processo è controllato da un riflesso nervoso. Ecco come funziona:
  1. Stimoli nella bocca (tatto, sapore) attivano i recettori.
  2. Il segnale va al bulbo nel cervello.
  3. Il bulbo manda un ordine alle ghiandole salivari.
  4. Le ghiandole producono più saliva.
Le fibre del sistema nervoso parasimpatico stimolano la produzione di saliva. Hanno un effetto più forte delle fibre del sistema simpatico. Tipi diversi di saliva Le ghiandole salivari hanno la forma di piccoli grappoli (come acini d’uva). Ma producono tipi diversi di saliva:
  • Parotidi: producono saliva chiara e liquida. Ricca di ptialina. Escono vicino al secondo molare superiore, attraverso il dotto di Stenone.
  • Sottolinguali: producono saliva densa e vischiosa. Ricca di mucina, ma senza ptialina. Hanno tanti dotti piccoli (15-30), ognuno con la sua apertura sotto la lingua.
  • Sottomascellari: producono saliva mista. Contiene sia ptialina che mucina. Si aprono ai lati del frenulo della lingua con il dotto di Wharton.
Grazie a queste ghiandole, la bocca rimane umida, il cibo si prepara bene per lo stomaco e la digestione può cominciare nel modo giusto. Dopo la masticazione, il cibo diventa un impasto morbido e uniforme. Si chiama bolo alimentare. La deglutizione Il bolo passa dalla bocca alla faringe. Questo passaggio si chiama deglutizione. Da questo momento, il cibo non è più sotto il nostro controllo. Il suo movimento è automatico. È gestito da riflessi controllati dal bulbo. Cosa succede durante la deglutizione?
  • Il velo palatino si solleva. Blocca il passaggio verso il naso.
  • L’epiglottide si abbassa. Copre la laringe. Impedisce al cibo di entrare nelle vie respiratorie.
  • La respirazione si ferma per un attimo: è l’apnea da deglutizione.
  • Il bolo entra nell’esofago.
Il movimento nell’esofago: la peristalsi L’esofago spinge il bolo verso lo stomaco con movimenti muscolari. Questi movimenti sono chiamati peristalsi. Sono onde lente di contrazione e rilassamento:
  • Un tratto dell’esofago si contrae e spinge il bolo avanti.
  • Il tratto successivo si rilassa per accoglierlo.
  • Poi si contrae a sua volta, e così via.
La peristalsi comincia nell’esofago e continua in tutto l’apparato digerente. Dall’esofago allo stomaco Il bolo raggiunge la fine dell’esofago. Qui incontra un muscolo chiamato cardias. È uno sfintere: si apre e si chiude. L’onda peristaltica rallenta. Lo sfintere del cardias si rilassa e si apre. Il bolo entra nello stomaco. DIGESTIONE GASTRICA
Fase 2: Digestione gastrica. Il cibo arriva nello stomaco e viene mescolato con i succhi gastrici.

2. Digestione gastrica

Nello stomaco, il cibo viene mescolato con i succhi gastrici per diventare una specie di crema.

Successivamente, il cibo parzialmente digerito entra nel piccolo intestino, dove avviene la separazione dei nutrienti.

Quanto dura la digestione nello stomaco? Dipende dal tipo e dalla quantità di cibo.
  • Grassi rallentano la digestione.
  • Per un pasto normale, ci vogliono circa 3-4 ore.
Durante questo tempo, il cibo subisce due tipi di trasformazione:
  • Meccanica: movimenti dello stomaco che mescolano il cibo.
  • Chimica: azione dei succhi gastrici.
I movimenti dello stomaco La muscolatura dello stomaco si contrae in onde: è la peristalsi. Questi movimenti:
  • Mescolano bene il cibo.
  • Aiutano a svuotare lo stomaco lentamente.
Anche quando lo stomaco è vuoto, può contrarsi forte. Questo provoca la sensazione di fame. Struttura dello stomaco Le pareti dello stomaco hanno più strati. I principali sono:
  • Tunica muscolare: formata da tre strati di fibre:
    • Longitudinali (esterne)
    • Circolari (interne)
    • Oblique (più interno)
  • Tunica mucosa: riveste l’interno dello stomaco.
Le ghiandole dello stomaco La mucosa ha tanti solchi. Forma zone esagonali: sono le aree gastriche. Al centro di ogni area ci sono aperture: qui sboccano le ghiandole gastriche. Sono milioni di tubicini piccoli. Producono il succo gastrico. Due tipi di cellule importanti:
  • Cellule principali: producono una sostanza inattiva chiamata pepsinogeno.
  • Cellule parietali (o ossintiche): producono acido cloridrico.
Il succo gastrico È un liquido chiaro formato da:
  • Acido cloridrico
  • Pepsina
  • Mucina
  • Fattore intrinseco
  • Altri componenti minori
La pepsina È l’enzima che digerisce le proteine. Non è presente subito come enzima attivo. Viene prodotta prima come pepsinogeno (forma inattiva). Nello stomaco, l’acido cloridrico trasforma il pepsinogeno in pepsina. Una volta attivata, la pepsina:
  • Digerisce le proteine, spezzandole in pezzi più piccoli: i peptoni.
  • Aiuta a trasformare altro pepsinogeno in pepsina.
A cosa serve l’acido cloridrico?
  • Crea un ambiente acido: è necessario perché la pepsina possa lavorare.
  • Uccide molti batteri presenti nel cibo (azione antisettica).
  • Protegge lo stomaco da infezioni.
  • Permette la produzione del fattore intrinseco, essenziale per l’assorbimento della vitamina B12.
Già Lazzaro Spallanzani osservò che la carne immersa nel succo gastrico si decomponga più lentamente. Questo dimostra il suo potere antiputrefattivo. La rennina (chimosina) È un enzima presente nel succo gastrico dei lattanti. Fa solidificare il latte, trasformandolo in una massa più densa. Questo serve perché:
  • Il latte rimane più a lungo nello stomaco.
  • La pepsina ha più tempo per digerire le proteine del latte.
Altri componenti del succo gastrico
  • Lipasi gastrica: inizia a digerire i grassi. Ma il suo ruolo è piccolo, soprattutto negli adulti.
  • Mucina: protegge la parete dello stomaco. Forma una barriera contro l’acido cloridrico e la pepsina. Senza di essa, lo stomaco si digerirebbe da solo.
Quando si produce il succo gastrico? Non si produce sempre. Comincia quando:
  • Si mangia.
  • Si vede, si annusa o si pensa al cibo.
  • Si ha appetito (stimolo psicologico).
Due fasi principali:
  1. Fase cefalica: Inizia prima ancora di mangiare. È controllata dai nervi vaghi. Risponde a vista, odore, pensiero del cibo.
  2. Fase gastrica: Comincia quando il cibo entra nello stomaco. La mucosa pilorica rilascia un ormone: la gastrina. La gastrina stimola la produzione di più succo gastrico.
Da bolo a chimo Alla fine della digestione gastrica, il cibo cambia aspetto. Diventa una sostanza liquida e biancastra chiamata chimo. Svuotamento dello stomaco Il chimo lascia lo stomaco a piccoli fiotti. Questo avviene grazie a forti contrazioni dell’antro pilorico (la parte finale dello stomaco). Lo sfintere pilorico si apre in modo controllato:
  • È chiuso durante la digestione.
  • Si apre periodicamente per far passare il chimo nel duodeno.
Appena un po’ di chimo entra nel duodeno, scatta un riflesso che chiude lo sfintere. Così il resto del chimo aspetta. Questo meccanismo permette uno svuotamento lento e regolato, per dare al resto dell’intestino il tempo di digerire bene. LA DIGESTIONE NELL'INTESTINO TENUE, LA FUNZIONE DELL'INTESTINO CRASSO
Fase 3: Digestione intestinale. I nutrienti vengono separati nel piccolo intestino.

3. Digestione intestinale

Nel piccolo intestino, i nutrienti vengono separati e preparati per l’assorbimento. Infine, i nutrienti passano dal intestino al sangue e vengono distribuiti in tutto il corpo per produrre energia e far funzionare le cellule.
La digestione continua nell’intestino tenue Nello stomaco il cibo è solo parzialmente digerito. La parte più importante della digestione avviene nell’intestino tenue. Qui arrivano enzimi da tre fonti:
  • Intestino (succo enterico)
  • Pancreas (succo pancreatico)
  • Fegato (bile)
Tutti questi liquidi si versano nel duodeno, il primo tratto dell’intestino tenue. Una superficie speciale per assorbire L’interno dell’intestino tenue non è liscio. Ha pieghe, villi e microvilli che aumentano tantissimo la superficie. I villi intestinali sono piccole sporgenze simili a peli. Sono presenti soprattutto nell’ileo (ultimo tratto del tenue). Ce ne possono essere fino a 1000 per cm². I villi non ci sono nell’intestino crasso. Cosa contiene un villo?
  • Uno strato esterno di cellule epiteliali.
  • Un tessuto interno con:
    • Vasi sanguigni
    • Vasi linfatici (chiamati lattiferi)
    • Fibre nervose
    • Cellule che si contraggono per muovere il villo
Il succo enterico È prodotto dalle ghiandole dell’intestino tenue: le ghiandole di Lieberkühn (e nel duodeno anche le ghiandole di Brunner). Il succo enterico è:
  • Alcalino: neutralizza l’acidità del chimo.
  • Ricco di muco: protegge la mucosa.
  • Forte di enzimi: completano la digestione.
Enzimi importanti nel succo enterico
  • Enterokinasi: attiva il tripsinogeno (del pancreas) → diventa tripsina.
  • Endopeptidasi: spezzano le proteine dentro la catena.
  • Esopeptidasi: spezzano le estremità delle proteine.
  • Nucleasi: digeriscono gli acidi nucleici (DNA e RNA).
  • Enzimi sui villi: trasformano gli zuccheri complessi:
    • Lattasi: lattosio → glucosio + galattosio
    • Maltasi: maltosio → glucosio + glucosio
    • Saccarasi: saccarosio → glucosio + fruttosio
Ormoni del duodeno: la regia della digestione La mucosa del duodeno produce ormoni che controllano la digestione. 1. Secretina
  • Viene rilasciata quando il chimo è acido.
  • Stimola il pancreas a produrre liquido ricco di bicarbonati (per neutralizzare l’acido).
  • Ferma la produzione di succo gastrico nello stomaco: non serve più!
2. Pancreozimina-Colecistochinina (CCK)
  • Stimola il pancreas a rilasciare enzimi digestivi.
  • Fa contrarre la colecisti: così la bile entra nel duodeno.
  • Aumenta i movimenti dell’intestino tenue.
Il succo pancreatico Arriva nel duodeno attraverso due canali:
  • Dotto di Wirsung (principale)
  • Dotto accessorio di Santorini
È prodotto dal pancreas e contiene tre enzimi principali: 1. Tripsinogeno → Tripsina
  • Attivato dall’enterokinasi.
  • Trasforma proteine e peptoni in amminoacidi.
  • A sua volta attiva altri enzimi pancreatici.
2. Amilasi pancreatica
  • Digerisce l’amido non ancora trasformato.
  • Lo spezza in disaccaridi (es. maltosio).
3. Lipasi pancreatica
  • Digerisce i grassi neutri.
  • Li spezza in acidi grassi e glicerina.
Ma la lipasi non può agire subito sui grassi. Prima serve la bile del fegato. Come lavorano bile e lipasi insieme?
  1. La bile contiene sali biliari.
  2. I sali biliari avvolgono i grassi, formando le micelle.
  3. Le micelle creano una superficie acqua-grasso.
  4. Qui la lipasi pancreatica può agire e spezzare i grassi.
Senza la bile, la lipasi non riuscirebbe a digerire bene i grassi. I movimenti dell’intestino tenue L’intestino tenue si muove in modo speciale per mescolare bene il chimo. Non spinge il cibo avanti in continuazione. Fa movimenti di rimescolamento, chiamati pendolari. Questi movimenti:
  • Allungano e accorciano piccoli tratti di intestino.
  • Mescolano il chimo con i succhi digestivi.
  • Favoriscono il contatto con i villi per l’assorbimento.
La funzione dell’intestino crasso L’intestino crasso non digerisce quasi più il cibo. Il suo ruolo principale è assorbire acqua e sali minerali dal materiale che arriva dal tenue. Così trasforma il liquido in feci più solide. La flora batterica: amici dentro l’intestino L’intestino crasso contiene miliardi di batteri: è la flora intestinale. Questi batteri:
  • Producono alcune vitamine (es. vitamina K e alcune del gruppo B).
  • Aiutano a digerire fibre e altre sostanze non digeribili.
  • Difendono l’intestino da batteri cattivi.
Anche se utili, un eccesso di batteri o batteri sbagliati possono causare problemi. Formazione delle feci Le feci non sono solo avanzi di cibo. Sono formate da:
  • Residui indigeribili (es. fibre vegetali).
  • Cellule morte della mucosa intestinale.
  • Muco.
  • Miliardi di batteri morti.
Le feci vengono spinte verso il retto con movimenti lenti. Quando il retto si riempie, si avverte l’involontario di andare in bagno. L’espulsione avviene attraverso l’ano, controllato dallo sfintere anale (muscolo che si apre e si chiude). La bile: alleata nella digestione Il fegato produce continuamente la bile. Circa 1 litro al giorno. La maggior parte va nella vescica biliare, dove si concentra. Nella vescica:
  • Si aggiunge del muco.
  • Acqua e altre sostanze si concentrano.
Cosa contiene la bile?
  • Pigmenti biliari (es. bilirubina, da vecchi globuli rossi)
  • Sali biliari (aiutano a digerire i grassi)
  • Acqua
  • Piccole quantità di enzimi e grassi
Quando la bile entra nell’intestino? Non sempre. Solo durante la digestione. Esce dalla vescica e va nel duodeno attraverso il coledoco. A stimolare questo rilascio è l’ormone pancreozimina-colecistochinina (CCK), prodotto dal duodeno quando c’è del cibo. A cosa serve la bile?
  • Aiuta la lipasi a digerire i grassi (formando le micelle).
  • Neutralizza l’acido del chimo che arriva dallo stomaco.
  • Facilita l’assorbimento dei grassi e delle vitamine liposolubili (A, D, E, K).
  • Stimola la peristalsi dell’intestino.
  • Protegge dall’eccesso di batteri grazie alla sua azione antisettica.
Dai cibi al chilo Dopo la digestione, il contenuto dell’intestino tenue diventa un liquido bianco e denso: si chiama chilo. L’assorbimento: il passo più importante
Fase 4: Assorbimento e metabolismo. I nutrienti entrano nel sangue e vengono usati dal corpo.

4. Assorbimento e metabolismo

I nutrienti passano dal intestino al sangue e vengono portati in tutto il corpo per dare energia e far funzionare gli organi.
Dopo la digestione, l’intestino tenue assorbe le sostanze utili. Questo processo avviene soprattutto nei villi intestinali. I villi si muovono (si allungano e si accorciano) per far passare le sostanze nei vasi sanguigni e linfatici. Cosa assorbe l’intestino? Nel sangue (attraverso i capillari dei villi) vanno:
  • Amminoacidi (dalle proteine)
  • Monosaccaridi (es. glucosio dagli zuccheri)
  • Glicerina (da alcuni grassi)
  • Vitamine idrosolubili (del gruppo B, C)
  • Acqua e sali minerali
Queste sostanze entrano nelle vene mesenteriche. Poi formano la vena porta, che porta tutto direttamente al fegato. Il fegato:
  • Controlla le sostanze assorbite.
  • Le filtra.
  • Ne regola la quantità.
  • Ne immagazzina alcune.
Dopo il fegato, il sangue passa nelle vene epatiche, poi nella vena cava inferiore, e torna nella circolazione generale. Nei vasi linfatici (lattiferi) Assorbono soprattutto:
  • Acidi grassi
  • Vitamine liposolubili (A, D, E, K)
Queste sostanze entrano nei vasi linfatici dei villi (chiamati lattiferi). Poi:
  1. Vanno alla cisterna del Pecquet (nella pancia).
  2. Passano nel dotto toracico.
  3. Il dotto toracico si butta nella vena succlavia sinistra.
  4. Da qui entrano nel sangue.
Dal tenue al crasso Man mano che le sostanze utili vengono assorbite, il contenuto intestinale perde liquidi e diventa più denso. La peristalsi lo spinge verso l’intestino crasso. Nell’intestino crasso: niente digestione, tanta trasformazione Nell’intestino crasso non ci sono enzimi. Quindi non avviene digestione. Ma succedono altre cose importanti:
  • Assorbimento di acqua e sali minerali: il materiale diventa sempre più solido.
  • Azione dei batteri: fermentano alcune fibre e producono gas e vitamine.
  • Formazione delle feci: si accumulano residui indigeribili, cellule morte, muco e batteri.
Grazie all’assorbimento di acqua, il materiale diventa sempre più denso e si trasforma in feci. Movimenti nell’intestino crasso L’intestino crasso si muove lentamente. Ogni tanto fa contrazioni forti chiamate massive peristalsis. Queste spingono le feci verso il retto. L’espulsione delle feci Quando il retto si riempie, il corpo avverte l’involontario di andare in bagno. L’espulsione è controllata dallo sfintere anale: un muscolo che può aprirsi e chiudersi volontariamente. In condizioni normali, le feci vengono espulse una o due volte al giorno, ma ogni persona è diversa.
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IL FEGATO Il fegato non serve solo a produrre la bile. Quella è solo una delle sue tante funzioni. In realtà, è un grande laboratorio del corpo. Pesa circa 1500 grammi. Si trova nella parte alta destra dell’addome. Riceve:
  • Le sostanze assorbite dall’intestino, tramite la vena porta.
  • I rifiuti prodotti dalle cellule del corpo.
Funzioni principali del fegato
  1. Produce amminoacidi essenziali: servono per costruire le proteine delle cellule e del sangue.
  2. Sintetizza le albumine: proteine importanti del plasma sanguigno.
  3. Sintetizza le globuline: aiutano la coagulazione del sangue e il sistema immunitario.
  4. Trasforma il glucosio in glicogeno: lo immagazzina come riserva di energia.
  5. Gestisce zuccheri e grassi: regola il metabolismo di glucosio e lipidi.
  6. Rende innocue le sostanze tossiche: come alcol, farmaci o scorie del corpo.
  7. Produce colesterolo, acidi biliari e bilirubina: componenti principali della bile.
IL METABOLISMO Il metabolismo è l’insieme delle reazioni chimiche che permettono al corpo di vivere, crescere e produrre energia. Due fasi principali
  • Fase anabolica (costruttiva): il corpo trasforma il cibo in energia o in nuova materia. Si chiama anche assimilazione.
  • Fase catabolica (distruttiva): il corpo smonta le sostanze usate. I rifiuti escono con urina, sudore e anidride carbonica.
Bilancio del metabolismo
  • Nell’età giovanile: prevale la fase anabolica → si cresce.
  • Nell’età adulta: le due fasi sono in equilibrio.
  • Nella vecchiaia: prevale la fase catabolica → si perdono massa e tessuti.
Enzimi e condizioni del corpo Il metabolismo dipende da migliaia di enzimi (fermenti). Ce ne sono circa 25.000 e molti altri sono ancora da scoprire. Gli enzimi lavorano solo se:
  • L’ambiente ha la giusta acidità.
  • Sono presenti catalizzatori (come sali minerali o vitamine).
  • La temperatura è corretta.
Molte di queste reazioni non si possono riprodurre in laboratorio. Per esempio, la sintesi completa delle proteine molto lunghe è stata ottenuta solo in parte, e con l’aiuto di sistemi artificiali. Omeostasi: l’equilibrio del corpo Un metabolismo normale mantiene stabili le condizioni interne del corpo. Questo equilibrio si chiama omeostasi. Include:
  • Composizione dei liquidi (sangue, linfa).
  • Temperatura corporea.
  • Livelli di zucchero e sali minerali.
Metabolismo basale È la minima quantità di energia che il corpo usa quando è a completo riposo. Serve per funzioni essenziali come:
  • Mantenere la temperatura.
  • Fare battere il cuore.
  • Respirare.
  • Produrre sostanze chimiche.
Il metabolismo basale corrisponde alla respirazione cellulare. Come si misura? Si usa un apparecchio speciale che misura il consumo di ossigeno. Poi, con calcoli che tengono conto di:
  • Età
  • Peso
  • Altezza
  • Superficie corporea
si stima il fabbisogno energetico giornaliero. La tiroide regola il metabolismo La ghiandola tiroide influenza il metabolismo di tutte le cellule. Se produce troppi ormoni, il metabolismo accelera. Se ne produce troppo poco, rallenta.
Dichiarazione di accessibilità del sito BiotechProject

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